Psicologia Transpersonale

Nata intorno agli anni sessanta, focalizza la sua attenzione su quelle aree della realtà psichica che si estendono oltre l’identificazione con la personalità individuale e segue pertanto un approccio psicologico che si occupa dello studio e della cultura della spiritualità nonché delle esperienze spirituali, pure rimanendo sempre in un contesto psicologico.

La Psicologia Transpersonale infatti si caratterizza come il contributo degli ambienti scientifici allo studio ed alla comprensione delle esperienze interiori di ordine trascendente; esperienza che nel corso dei secoli hanno ricevuto, dalle diverse tradizioni, numerose denominazioni quali estasi mistica, esperienza cosmica, coscienza cosmica, esperienza oceanica, peak experience, nirvana, satori, samadhi, regno dei cieli, ecc.

I principali approcci psicologici tradizionali definivano queste categorie di esperienze come fantasie o patologie; in base agli specifici e differenti orientamenti teorici queste esperienze venivano infatti viste come un tentativo di appagare il desiderio di essere accuditi da un “madre buona” o la conseguenza di anormalità dell’apparato neurale, oppure come il segno di un io fragile ed incapace di distinguere tra immagini interne e realtà esterna.

L’approccio transpersonale parte, invece, dal principio che le esperienze interiori di ordine mistico ed estatico così come l’anelito alla trascendenza dell’io costituiscano un aspetto significativo dell’umana esperienza, degno pertanto di essere oggetto di studio da parte della psicologia.

L’anelito primordiale dell’essere umano volto a comprendere la natura e ad armonizzarsi con essa diede vita alle prime “religioni della natura”, fondate sull’esperienza estatica per le quali esiste una “unità fondamentale del creato“. Esse si diffusero sull’intero pianeta e per migliaia di anni costituirono il sistema spirituale e terapeutico dominante. Gli studiosi definiscono questo sistema “Sciamanesimo“. Secondo questa visone del mondo “originaria”, il mondo minerale, vegetale, animale ed umano, il mondo sottile degli spiriti e delle divinità coesistono l’uno dentro l’altro e l’uno per l’altro. Non a caso ai nostri giorni, da un lato le acquisizioni della fisica quantistica, dall’altro l’emergere del nuovo “paradigma olistico” e del movimento transpersonale hanno fornito nuove convalide e nuovo impulso a questa “Tradizione Primaria”.

Sfruttando la sua grande capacità di intessere un rapporto con la dimensione spirituale, lo sciamano diventa padrone di tecniche estatiche e divinatorie, capaci di offrirgli metodi per viaggiare tra i vari mondi, ossia tra le varie dimensioni della coscienza. Il tutto non si riduce a una semplice pratica magica, ma risulta un’esperienza rivolta ad acquisire la forza dell’energia universale, il mana, attraverso una continua ricerca della conoscenza, iniziata forse quando la specie umana cercava ancora di definire la propria effettiva collocazione nella vastità del mondo che lo circondava.

Il Processo Transpersonale consiste nell’esplorazione del mondo interiore di sensazioni, emozioni, e percezioni che conducono senza alcun significato apparente verso l’indagine, verso il graduale affrancamento dalla propria storia individuale, verso il passaggio attraverso esperienze di radicale trasformazione ed infine all’accesso alla dimensione transpersonale, luogo delle qualità spirituali e della “vera natura”. L’esperienza transpersonale è, in definitiva, quella condizione nella quale il Sé comincia ad aggregarsi intorno ad un centro di coscienza “superiore” ed a superare i conflitti connessi alla mente duale, aprendosi ad una visione unitiva e disidentificata da interessi esclusivamente personali.

Le esperienze psicodinamiche e biografiche richiedono un ulteriore procedere nel viaggio interiore e l’acquisizione di una maggiore sensibilità e di una più attenta consapevolezza di sé; ciò tende a condurre lungo canali percettivi che si aprono su esperienze strettamente connesse con la propria storia personale e con il proprio mondo emotivo. Si possono così contattare i traumi emotivi dell’infanzia, i conflitti legati alla struttura caratteriale successivamente prodottasi, i bisogni affettivi, i desideri, le paure i blocchi ed in definitiva tutti i contenuti rimossi che lo abitano e tendono a dominarlo. Attraverso la consapevolezza, l’osservazione e l’accettazione i ricordi carichi di contenuto emotivo, le esperienze simboliche ed i risentimenti potranno venire ri-conosciuti, ri-vissuti e quindi rielaborati e trasformati giungendo alla liberazione dei nodi conflittuali del nostro passato personale.

Le esperienze di morte-rinascita possono presentarsi quando, con l’intensificarsi dell’esperienza interiore, l’individuo si trova di fronte ad esperienze nelle quali si presenta l’occasione o la necessità di rivivere le fasi della propria nascita biologica e di doversi confrontare profondamente con la morte. La riattualizzazione del processo morte-rinascita consente all’individuo di riviverne nella loro pienezza tutti i sintomi psicofisici. Spesso il processo raggiunge una intensità tale da spingersi fino ai livelli dei tessuti e delle cellule.

I Temi simbolici e mitologici che accompagnano tali esperienze possono derivare dalle culture più diverse; tali esperienze sembrano porsi come avvio verso una dimensione transpersonale o spirituale nella quale verrà richiesta la trascendenza dell’Ego.

Per Jung il è un archetipo che esiste a priori ed esprime un significato collettivo che trascende gli stretti confini biografici della personalità; egli lo definisce in “Psicologia e religione” il “recipiente della grazia divina” oppure “scintilla dell’essenza stellare” che “la coscienza sperimenta come qualcosa di trascendente e fascinoso”. Quindi Jung da al Sé una natura transpersonale in quanto lo fa ascendere a dimensioni che trascendono i limiti spaziotemporali della personalità, partecipando ad una realtà universale.

Assagioli, il padre della Psicosintesi, accentua la dimensione trascendente e del Sé definendolo come una totalità bio-psico-spirituale che trascende anche la psiche in quanto parte di un Sé universale come la goccia è parte del mare; tale concezione si sovrappone a quella delle tradizioni orientali per le quali il Sé o Atman si identifica con lo spirito che trascende ogni aspetto formale dell’individualità.

Il Processo di Individuazione è scandito da dodici archetipi fondamentali, ciascuno dei quali corrisponde ad una tappa evolutiva, che non devono essere viste in modo rigido e sequenziale come momenti cronologici limitati a diversi periodi della vita, bensì come fasi ricorrenti che possono svanire e ripresentarsi a più riprese: il viaggio della vita viene quindi letto come un percorso che attraverso l’irrequietezza e l’instabilità dell’Innocente, e dell’Orfano raggiunge le dimensioni del conflitto, della ricerca, dell’identità, della volontà tipiche del Cercatore e del Guerriero, per approdare poi ai quieti lidi delle saggezza compassionevole e della profondità misteriosa del Mago e del Saggio. Passando attraverso le ulteriori tappe archetipiche dell’Angelo Custode, dell’Amante, del Creatore, del Distruttore, del Sovrano e del Folle.

Quindi il soggetto dell’esperienza, l’individuo, è un sistema psicofisico unitario costituito da sottosistemi interconnessi che stanno ad indicare veri e propri veicoli dell’esperienza interiore e diverse modulazioni vibratorie della coscienza; tali livelli o veicoli rappresentano in definitiva i corpi sottili delle tradizioni induista e teosofica:

  • Il livello o veicolo fisico modula le informazioni inerenti al sistema mediante l’insieme delle funzioni sensoriali: le sensazioni proprio ed esterocettive;
  • Il livello o veicolo energetico modula le informazioni inerenti al sistema mediante l’insieme delle sensazioni proprio ed esterocettive sottili;
  • Il livello o veicolo emotivo modula le informazioni inerenti al sistema mediante l’insieme delle funzioni emotivo-affettive: emozioni, stati d’animo, sentimenti, bisogni, desideri, aspirazioni, motivazioni, ecc.
  • Il livello o veicolo mentale modula le informazioni inerenti al sistema mediante l’insieme delle funzioni cognitive: i pensieri, le rappresentazioni, le immagini, i ricordi, le fantasie, ecc.
  • Il livello o veicolo spirituale è il luogo delle dimensioni superconscie del sé, dimensioni alle quali si accede mediante l’intuizione, l’insight, la meditazione, l’esperienza mistica, la sensitività, gli stati di coscienza non ordinari e così via.

Il neuro-biologo Karl Pribam ipotizza che lo stato del cervello da lui definito “stato olografico“, in cui sembra che il cervello funzioni come un tutt’unico, sia lo stato base delle esperienze transpersonali e del livello di coscienza definito intuitivo o mente intuitiva.